lunedì 14 gennaio 2013

COMUNISMO! (alla rovescia)

 
Think Different. Così recita il mantra nella reclame del prodotto più IN del tempo. Questo messaggio, come una matrioska, contiene dentro di sé un altro messaggio: l'assioma per il quale, dotandoti di ciò che la reclame ti propina hai compiuto una scelta libera, e che quella scelta libera ha fatto di te un essere differente.
Appunto di differenza vorrei parlare oggi. Cosa c'è di tanto differente tra la grande era del libero mercato che impone in modo subliminale, e il vecchio regime statalista e omologatorio del Comunismo ? Niente! (evidentemente è la mia risposta, altrimenti mi sarei risparmiato di scrivere questo post).
 
Il grande fascino del libero mercato, che a onor del vero ha lusingato e corrotto tutti (me compreso), infondo parte dal princpio opposto a quella retorica  Marxista-Leninista del tutti uguali, dello statalismo che imponeva una macchina per tutti (la macchina del pedalante), una casa per tutti (la tana del manovale), un lavoro per tutti, un salario per tutti, una famiglia per tutti.
Il Libero mercato si fonda sul paradigma elementare: domanda-offerta. Io quindi, consumatore, tra le tante merci presenti sul libero mercato, e a mia disposizione, scelgo te che sei la più bella, che sei la più cara, che sei la più utile. La concorrenza e la globalizzazione avrebbero dovuto amplificare questa grande liberazione dell'uomo qualunque (della visione Marxista), donandogli quel libero arbitrio che prometteva sconfinato edonismo personale. Think Different incarna pienamente questo spirito; immaginate milioni e milioni di persone, che acquistano lo stesso prodotto, in ogni angolo del mondo, e mentre lo acquistano leggono sulla interfaccia questo apostolico messaggio di libertà. Ah, io sono libero di comprare un I-Phone!(per non fomentare la truce battaglia tra Apple-affected e Samsung-affected, potrebbe anche essere un Galaxy III).
 
Lungi da me riportare qui la trita questione sullo stasus symbol,che rappresentano oggi tali prodotti, piuttosto che la grande questione circa la nostra società dei mass-media.
L'appunto che si vuole portare avanti in questa sede è solo uno. Il Liberismo che professava sgomento totale per la pesante retorica di omologazione, ne ha semplicemente riprodotta una sua nuova personalissima versione. Il Liberal-Comunismo lo chiamerei io.
Un mondo in cui, su pressione dei mercati, si sviluppano enormi fenomeni di omologazione, si impongono massive tendenze. Sebbene il libero mercato sia così vasto e variegato, la gamma delle merci che invadono la grande distribuzione sono pressappoco le stesse. Insomma, al posto del Grande Partito Comunista, ad imporci la nostra automobile, oppure il nostro computer, piuttosto che la frutta che vogliamo sono le Grandi Multinazionali.
 
Evidentemente questo non significa che sia necessariamente un male, ne che in una scala di valori il comunismo sia più auspicabile del liberismo, si intende. Quello che si vuole affermare qui, con l'autorevole voce che mi è consentita, è che entrambi hanno attinto alla stessa cultura dell'omologazione, ed entrambi hanno fatto ricorso alla propaganda alla rovescia : Think Different, potrebbe essere scritto sulla confezione di un tablet piuttosto che sulla bandiera della URSS; provocherebbe in me lo stesso senso di ilarità e sconforto.

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