giovedì 17 gennaio 2013

Mali 1984















(scena tratta dal film Nineteen Eighty-Four,  regia di Michael Radford, basato sul romanzo 1984 di George Orwell. Il film è stato interpretato da John Hurt, Suzanna Hamilton e Richard Burton).

 Winston, leggendo dal libro "Teoria e pratica del collettivismo oligarchico"
- In conformità con i principi del bipensiero, non ha importanza che la guerra ci sia davvero o che essendoci la vittoria sia impossibile; scopo della guerra non è la vittoria, ma la continuità, scopo essenziale del conflitto moderno è la distruzione di quanto prodotto dal lavoro umano. Una società gerarchica è possibile solo sulla base della povertà e dell'ignoranza. Come principio, lo sforzo bellico è sempre programmato per tenere la società alla soglia della fame, la guerra è scatenata dal ceto dominante contro i suoi stessi soggetti, e lo scopo non è la vittoria contro l'Eurasia o l'Estasia, ma quello di mantenere intatta la struttura della società.-

-Giulia, sei sveglia ?
Oh Giulia, esiste la verità e la non-verità. Chi si aggrappa alla verità, anche se solo, non è pazzo. Giulia amore mio, ora ho capito il come, ma non capisco il perchè.




E' notizia di oggi dell'appoggio delle forze armate Italiane alla missione militare in Mali, inaugurata poco più di una settimana fa dalla Francia (del socialista Hollande).
Un Paese dell'Occidente che ancora una volta attacca un altro Paese, nel nome dei diritti civile e della guerra ad Al-Quaeda, è ahimè un film già visto. Così si insinua anche nella mente dell'uomo più integro il dubbio. Il dubbio che appunto non sia mai esistita una guerra tra Oceania ed Eurasia; il dubbio che da questo conflitto bellico non ci si aspetti una vittoria, ma la continua esposizione mediatica ad una minaccia.
In fondo ne escono rafforzate le oligarchie europee, che nel solco della paura e dell'ombra nera del terrorismo islamico, possono compattare l'opinione pubblica nei momenti più critici e portare avanti vere e proprie campagne coloniali. Ma ci guadagnano anche le forze militari di Al-Quaeda, che possono riunire attono a se i popoli fustigati dal conflitto, martoriati dagli invasori, e che in seno alla promessa della vendetta vedono accrescere il loro consenso e rafforzato il loro potere reale.

La creazione del nemico ha sempre prodotto potenti effetti di massivizzazione e controllo. Soprattutto quando la propaganda ha fatto credere che il nemico fosse alle porte, imminente, e quindi pericoloso. Proprio come la continua guerra virtuale che c'era ad Oceania, dove le bombe e gli attentati erano organizzati dal Partito Interno che quotidianamente combatteva sul fronte l'Eurasia. Il conflitto era virtuale, certo, ma solo per chi sapeva di essere all'interno di una narrazione treatrale; per tutti gli altri, quelli del Partito Esterno, la guerra era reale e tangibile. Il conflitto quindi può anche non esistere di per sé stesso, ma il solo fatto che tutti pensano di esserci dentro lo rende reale.
Sembra proprio che da questo conflitto bellico inaugurato con l'attentato dell 11/Settembre, si sia perseguiti un preciso piano politico. Così questa ennesima guerra non può che dilatare il dubbio: Oceania ed Eurasia sono in conflitto, oppure non lo sono mai stati ?

Nessun commento:

Posta un commento